El Camino: A Breaking ball movie

by | Ott 15, 2019 | Senza categoria | 0 comments

Delusi da El Camino, vero? Non siete in pochi. La figura di Jesse Pinkman è troppo piatta, non c'è nessun colpo di scena, nessun villain da combattere. Nessuna cruenta uccisione, nemmeno un omicidio tattico. Il film è lento, praticamente non accade nulla di adrenalinico. Droga, meth, soldi. Potere. Niente di tutto ciò. Dov'è il cattivo, il tattico, il crudele, lo spietato, l'affarista e l'egoista Jesse?

Semplice.

Non c'è.

Se cercate un cattivo, perché di cattivo si tratta, vi do una notizia: quello è Walter White. Beh, El Camino – invece – si concentra sul complice. Quello "buono".

Wendy?

Tra l'altro, se c'è una cosa che Breaking Bad insegna è proprio questa: nulla è lineare.

Non arriva subito. Servono un paio di giorni per metabolizzare e comprendere cosa possa voler presentarci Vince, il buon vecchio Vince. Ci racconta, in modo assolutamente coerente, di Jesse. Delinea un personaggio con caratteri paradossalmente netti nelle sue sfumature. Una persona, tutto sommato, "buona". Ha un solo obiettivo, dopo la liberazione dal "carcere" e in modo pulito e quasi pedissequo affronta tutto ciò che è necessario per raggiungere la sua vetta. Niente di più, niente potere, niente di niente. Linearità, questa volta sì.

Tutto il film ruota sul finale di Breaking Bad. Gli ultimi 10 secondi della serie TV sono la guida di tutto il girato. Quel cancello apre direttamente a El Camino, Jesse ha bisogno di varcarlo e andare un po' più avanti. E Vince ci spiega come. Per rinascere "Yo bitch" consuma tutto l'orrido che lo ha reso (co-)protagonista. Niente meth da cucinare per avere dei soldi: per arrivare a quella cifra deve consumare tutto ciò che rimane del suo passato e per il quale molte persone sono morte.

Forse è esagerato parlare in termini filosofici, ma la distruzione dell'impero materiale – o almeno di ciò che resta – serve per far "sorridere", nuovamente su una macchina, il chimico-somaro Jesse. Ed è necessario utilizzare fino all'ultimo dollaro per farlo.

L'interpretazione di Aaron è magnifica, la fotografia altrettanto curata. Dopo l'iniziale "delusione", El Camino va assolutamente rivisto.

Il vecchio pazzo

Il vecchio pazzo

Un lungo rettilineo, tappezzato di fresco asfalto, separava due incroci. Era una strada a due corsie, una di quelle nelle quali le macchine sfrecciano nel tentativo di comprimere, se non annullare, il tempo. Ai lati della strada la vegetazione era brulla. D'estate...

La ragazza nell'ombra – 2

La ragazza nell'ombra – 2

Procedette per qualche metro, lasciandosi alle spalle la porta aperta. Raggiunse in pochi passi la finestra che fronteggiava l’entrata attraversando una stanza molto grande. Probabilmente era il salotto, o almeno così parve. Solo quando fu sufficientemente vicino alla...

La ragazza nell'ombra

La ragazza nell'ombra

«Arrivati!». Guardò l’autista come se fosse spaesato. Aveva passato tutto il tempo fissando quel tablet; i suoi occhi erano stanchi. Durante il tragitto utilizzò il tempo per leggere le recenti notizie e per rispondere alle email. Vedeva le notifiche su WhatsApp ma...

Cappuccino – parte quattro

Cappuccino – parte quattro

Il mattino dopo mi svegliai con un forte mal di testa. La luce trapassava le inermi tende con l’impavido obiettivo di riempire il luogo del mio riposo. Piccoli lembi di stoffa messi a protezione dalla veemenza del sole. Inutile dirlo: acquistate all’Ikea. Sentivo una...

Cappuccino – Parte tre

Cappuccino – Parte tre

[continua da qui] Mi svegliai, ovviamente rincoglionito. Per qualche secondo pensai di essere troppo in ritardo per andare al lavoro, fino a quando - impastato tra le coperte - trovai il mio cellulare. Al tatto mancava il pennino, ma tenendone sempre uno di riserva...

Grigio

Grigio

«Ti ascolto». La luce del grigio sole diventava ancora più soffocante in quella stanza quando, ogni sera, l’astro cercava riposo nascondendosi tra le colline. Nel tentativo di rendere meno anonima la loro casa, in quel quarto piano di uno sconosciuto condominio,...