L'altra volta ero a passeggiare per le vie del centro. Dai miei auricolari, grazie alla complicità di Amazon Music, passava questo testo sovrastato da una cassa in quattro quarti.
Boy and you just groan boy
She said: "come over come over"
She smiled at you. Boy.
Underworld – Born slippy
Passeggiavo senza una meta precisa, forse era notte. Non ricordo. Di certo faceva freddo. E quello stesso freddo lo dovette – per forza di cose – sentire quel cane che si parò lì. Proprio di fronte a me.
Cosa ci facesse un cane, di notte, a passeggiare per strada non lo potrà mai capire nessuno. Perché ascoltasse musica meno che meno. L'altro quadrupede, quello col pelo, si sedette e iniziò a fissarmi. Era un labrador abbastanza curato. Pelo folto, nutrito: stava bene.
«Bau?»
«Bau!», rispose. E subito dopo aggiunse: «Woof!».
Compresi che la conversazione non avrebbe portato a nessun evento interessante. Non potevo, per ovvie ragioni, portarmelo a casa. Quel cane, così ben curato doveva per forza avere un padrone. Lo fissai per un po', io in piedi e lui ancora seduto:
«Woff?»
Non risposi per mantenere un certo livello di coerenza con me stesso. Rimaneva il fatto che quel loppide fosse ancora lì, a fissarmi. E iniziava pure a scodinzolare. Frugai tra le tasche e mi accorsi di avere dei croccantini. D'altronde, chi non va in giro con dei croccanti in tasca?
Pavlovianamente, quel simpatico vertebrato superiore (e credo di aver finito i riferimenti presi in prestito dalla Zoologia e dall'Anatomia comparata) tirò fuori la lingua. Un rivolo di bava fluttuò etereo fino a spiaccicarsi sul suolo.
SPLACHT (onomatopeica)
Mi asciugai il viso, devo risolverla questa cosa della bava.
Mi inginocchiai e, per un effetto strano, come se io e quel cane ci conoscessimo da sempre, lentamente si avvicinò. Annusò il croccantino e, delicatamente, lo aspirò direttamente dalla mia mano.
Nel frattempo non mi ero accorto che Amazon Music aveva messo in scaletta questo
Stars roll slowly in a silvery night.
Far away on the other side.
Will you come to terms with me this night?
But she couldn't find how to push through.
Mike Oldfield – Moonlight shadow
Poggiai qualche altro croccantino per terra, accarezzai il cagnone e, lentamente mi allontanai. Non so perché, ma pensavo mi seguisse. Forse perché davo per scontato che quel gesto di gentilezza avrebbe provocato qualcosa di "positivo" nel cane. Qualcosa di talmente forte da soddisfare il bisogno atavico di cibo. O forse la carezza?
«Però non sarebbe male avere un cane a casa», pensai.
Mi girai, lo vidi ancora lì. Nello stesso, preciso, esatto punto nel quale avevo lasciato i croccantini.
«Dai, perché no?», borbottai quasi incazzato con me stesso. Nel frattempo cercavo altri croccantini.
Ok, non so cosa sia accaduto. Forse il mio nuovo amico a quattro zampe sentì il suono della mia mano che ravana dentro la tasca, forse l'odore. O forse è soltanto un cazzo di caso e devo risolvere, oltre alla bava, questa cosa che devo collegare per forza delle cose mutualmente indipendenti tra loro.
(Mi chiedo come io non sia no-vax. Davvero).
Si avvicinò, aspettò che la manciata di cibo si posasse a terra e, come gesto di cortesia, mi leccò la mano. Non mi andava di ricambiare secondo il buon costume e mi rifiutai categoricamente di annusargli il culo.
La mia mancanza di galateo è abbondantemente compensata dalla morale. Pensai che, davvero, quel cane – al pari della famose rondine che tornava al tetto – poteva essere aspettato da qualcuno. Però, ecco. L'idea di avere un cagnone a casa non mi dispiaceva.
Guardai intorno con chiaro intento rapinatorio (cit.), e offrì la terza razione di croccantini. Il cagnone mi guardò, inclinò la testa facendo penzolare l'orecchio. Girò il culo e, non per farselo annusare, scappò via. Propriò così, in men che non si dica scomparve.
Amazon mi proponeva:
Scrivile, scemo, tre parole in croce.
Poi scappa lontano, poi perdi la voce.
Scrivile, scemo, un finale migliore.Pinguini tattici nucleari – Scrivile scemo
Giusto un attimo prima che arrivasse questa strofa:
E scusa per l'ansia, mi mangia da dentro.
E per il cane che scappa con il cancello aperto.