"Bip!", guardo di fronte a me, vedo la sbarra del casello alzarsi attraverso il parabrezza sporco. Il telepass ha fatto la sua magia. Guido, sbaglio strada. Dovevo girare verso destra. Faccio una inversione a "U", sono incazzato nero. Premo l'acceleratore, vedo un autovelox. Inchiodo. "Come cazzo guidi?". Mi incazzo ancora di più. La mia focus nera è sporca, la lascio morire nella proiezione ombrosa di un parcheggio anonimo. Sento un vociare in lontananza. Mi avvicino, oltrepasso un cancello. Sembra l'entrata per il labirinto di Shining. Provo a entrare dentro questo labirinto, vedo tante persone. "Cazzo!", esclamo. La vedo. È vicina a una fontana. Si avvicina verso di me, con quel suo vestito blu. E quel sorriso. Quel sorriso! Siamo a mezzo metro.
"Bip!", guardo di fronte a me. Il parabrezza è sporco e mi chiedo se avessi appena avuto un colpo di sonno. Sono incazzato, forse è la mia mente che sta facendo strani scherzi. Guido, sbaglio strada. Eppure sapevo che dovevo girare a destra. Faccio una inversione a "U", accelero. "Come cazzo guidi?". Mi incazzo ancora di più. Abbandono la mia focus nera nel parcheggio anonimo e mi avvicino. Non sono mai stato in questo posto ma vedo chiaramente l'entrata, si proietta verso di me in un modo che mi ricorda tanto Shining. Il labirinto per essere precisi. Ho un deja-vù. Entro, inizio a vedere chi possa conoscere. La vedo. Quel sorriso e quel blu. Le sta bene il blu. Si avvicina, la fontana si perde alle sue spalle. Passo dopo passo. Mi sento a disagio: dovrei ricordarmi qualcosa? Siamo a mezzo metro. "Ciao!". Con quel sorriso.
"Bip!", che strano: ho appena avuto un deja-vu. Guardo attraverso il parabrezza sporco e mi accerto che la sbarra si sia alzata. Ho talmente tanto fango su quel vetro che temo che il segnale non possa passare. Sì, si è alzata. Procedo, svolto a destra. Non so perché, davvero: non lo so. Ma sono certo che devo andare a destra. Parcheggio la mia focus in una zona ancora più buia. La luna non aiuta. Sono già stato qui, almeno credo. Oltrepasso un cancello. Sono lì, in mezzo a loro. Cerco una ragazza vestita in blu, ma sento di essere pazzo a volerlo fare. Invece no, la trovo, ovviamente accanto alla fontana. Si avvicina. Quel sorriso. Vedo il tessuto del suo vestito lungo muoversi armonicamente a ogni singolo suo passo. Si avvicina verso me. Penso sia stupenda. "Ciao!". Rispondo: "Ciao, beh… come… stai?". Lei sorride. "Non ti ricordi di me?"
"Bip!". "Non mi ricordo di te", dico. E mi accorgo che sto parlando alla sbarra del telepass che si è appena alzata. Metto la freccia, a destra ovviamente, e accelero. Vedo l'autovelox, e inchiodo. "Sì, guido di merda, lo so". Parcheggio la macchina, non m'importa come e dove. Sembro pazzo e forse lo sono. Alla macchina ci penserò dopo. Apro il cancello, la vedo. Lei si avvicina, mi sorride. Il suo vestito blu amplifica ogni suo passo. Quanto è bella? Quanto? Lei si avvicina e – questa volta – anche io faccio lo stesso. La fontana è finta: non esce manco un goccio d'acqua. "Ciao", e io rispondo: "Ciao. Io ti conosco. Ma perché?". Lei sorride: "Come perché? Non sai chi sono?". La prendo per mano, e la imploro: "No, dimmi chi sei. Per favore"
"Bip!". Penso a quanto pagherò di Telepass questo mese. Freccia a destra, vado piano. Mi serve tempo per capire lei chi sia. Io l'ho vista, ma dove? Sono sui 30km/h in una strada principale. Da dietro suona un tamarro, si sporge e urla verso di me: "Ma come cazzo guidi?". Lo ignoro, ho altro a cui pensare. Lascio la macchina con due ruote sul marciapiede e il culo in mezzo alla corsia. Entro nel labirinto. Vado verso la fontana. Non c'è. Cerco disperatamente quel blu e non lo trovo. "Faber, tutto bene?", mi chiede un signore sulla settantina. "Dov'è?", chiedo a mia volta. Sto impazzendo. La vedo, è di spalle, mi avvicino, le appoggio una mano sulla spalla, sorride. "Ciao!"
"Bip!". Sono pazzo, altrimenti non si spiega. Accelero e per un pelo non distruggo la sbarra. Le ruote fischiano mentre sterzo prepotentemente verso destra. Un flash mi abbaglia, è l'autovelox. Si fotta. Lascio la mia focus nera esattamente in mezzo alla strada, bloccando le due corsie della carreggiata. Un tamarro proveniente dalla corsia opposta mi urla "Come cazzo guidi?". Lo ignoro. Corro verso quel labirinto, il cancello è aperto. Spintono un tizio, ha una birra in mano che rovina la sua camicia di lino. Io ho una polo da pochi euro. "Tornerà nuova, stia tranquillo", urlo verso la direzione del malcapitato. Dov'è? La vedo. Si sta avvicinando verso la fontana. La intercetto e mentre è a dieci centimetri da me, mi dice: "Faber, anche tu qui?"
"Bip!". Ho appena acceso il motore della mia focus, nel frattempo diventata grigia e un po' più grande. Le portiere si sono sbloccate. La prova è in quell'impercettibile avviso acustico. Lei entra in macchina, osserva il parabrezza è mi fa notare che è sporco. Quel sorriso, quel sorriso! Posa la borsa della spesa nel sedile di dietro e mi chiede, accigliata: "Ma ricordi? Noi due, come ci siamo conosciuti?". E io rispondo: "sì, certo che lo ricordo. Eri accanto a una fontana"