Tutti i miei vecchi colleghi concordano sul fatto che vorrebbero tornare all'Università. Ieri ho incontrato Maurizio, un nostalgico degli esami. Ricorda con dovizia di dettagli il tempo speso a centellinare informazioni da malconce dispense, cercando di costruire uno schema mentale per ricordare proteine, enzimi, tessuti e collegarli tra loro. Il tutto riassunto in un discorso che non doveva sembrare troppo simile a un comizio di Gasparri.

A Maurizio manca il "giorno prima degli esami", dove dedicava anima e corpo allo studio. Io, invece, ero diverso. Cercavo espedienti per non studiare, distrazioni, evasioni. Facevo cose che, normalmente, non avrei mai fatto.
Lavarmi, ad esempio.
Oppure cercavo mirabolanti battute con Gasparri protagonista. A volte andavo, perfino, a messa.
L'Università l'ho sempre vista come una cosa inutile e, in effetti, secoli dopo posso dire di aver avuto ragione. Dopo la Laurea e il Master comprendo che di quel famoso pezzo di carta non ne faccio proprio nulla. Mi riferisco al Master, giacché la pergamena di Laurea l'ho venduta a un albanese per qualche centone. Ora fa il ginecologo. Maledetti siano 'sti cazzo di slavi che ci rubano il lavoro.
Dopo tutti gli anni di studio, oggi, lavoro in un call-center. Cerco di fregare le persone vendendo loro prodotti scadenti, al limite della truffa. Però, dall'alto, dicono che avrò un futuro. Posso diventare capogruppo.
Mio padre, anche se non lo dimostra, ne è molto contento.
Ah, mi rivolgo alle mie amiche. In caso di bisogno di un pap-test, o per interruzioni di gravidanza facili, veloci e anonime, passate pure da casa mia. Della mia vecchia Laurea mi son tenuto una fotocopia.
Prezzi modici.