Università

by | Gen 22, 2020 | Ero io?, Società | 0 comments

Tutti i miei vecchi colleghi concordano sul fatto che vorrebbero tornare all'Università. Ieri ho incontrato Maurizio, un nostalgico degli esami. Ricorda con dovizia di dettagli il tempo speso a centellinare informazioni da malconce dispense, cercando di costruire uno schema mentale per ricordare proteine, enzimi, tessuti e collegarli tra loro. Il tutto riassunto in un discorso che non doveva sembrare troppo simile a un comizio di Gasparri.

Solita immagine stock, raffigurante una laureata figa felice. L'ho comprata dal solito sito stock.

A Maurizio manca il "giorno prima degli esami", dove dedicava anima e corpo allo studio. Io, invece, ero diverso. Cercavo espedienti per non studiare, distrazioni, evasioni. Facevo cose che, normalmente, non avrei mai fatto.

Lavarmi, ad esempio.

Oppure cercavo mirabolanti battute con Gasparri protagonista. A volte andavo, perfino, a messa.

L'Università l'ho sempre vista come una cosa inutile e, in effetti, secoli dopo posso dire di aver avuto ragione. Dopo la Laurea e il Master comprendo che di quel famoso pezzo di carta non ne faccio proprio nulla. Mi riferisco al Master, giacché la pergamena di Laurea l'ho venduta a un albanese per qualche centone. Ora fa il ginecologo. Maledetti siano 'sti cazzo di slavi che ci rubano il lavoro.

Dopo tutti gli anni di studio, oggi, lavoro in un call-center. Cerco di fregare le persone vendendo loro prodotti scadenti, al limite della truffa. Però, dall'alto, dicono che avrò un futuro. Posso diventare capogruppo.

Mio padre, anche se non lo dimostra, ne è molto contento.

Ah, mi rivolgo alle mie amiche. In caso di bisogno di un pap-test, o per interruzioni di gravidanza facili, veloci e anonime, passate pure da casa mia. Della mia vecchia Laurea mi son tenuto una fotocopia.

Prezzi modici.

Il vecchio pazzo

Il vecchio pazzo

Un lungo rettilineo, tappezzato di fresco asfalto, separava due incroci. Era una strada a due corsie, una di quelle nelle quali le macchine sfrecciano nel tentativo di comprimere, se non annullare, il tempo. Ai lati della strada la vegetazione era brulla. D'estate...

La ragazza nell'ombra – 2

La ragazza nell'ombra – 2

Procedette per qualche metro, lasciandosi alle spalle la porta aperta. Raggiunse in pochi passi la finestra che fronteggiava l’entrata attraversando una stanza molto grande. Probabilmente era il salotto, o almeno così parve. Solo quando fu sufficientemente vicino alla...

La ragazza nell'ombra

La ragazza nell'ombra

«Arrivati!». Guardò l’autista come se fosse spaesato. Aveva passato tutto il tempo fissando quel tablet; i suoi occhi erano stanchi. Durante il tragitto utilizzò il tempo per leggere le recenti notizie e per rispondere alle email. Vedeva le notifiche su WhatsApp ma...

Cappuccino – parte quattro

Cappuccino – parte quattro

Il mattino dopo mi svegliai con un forte mal di testa. La luce trapassava le inermi tende con l’impavido obiettivo di riempire il luogo del mio riposo. Piccoli lembi di stoffa messi a protezione dalla veemenza del sole. Inutile dirlo: acquistate all’Ikea. Sentivo una...

Cappuccino – Parte tre

Cappuccino – Parte tre

[continua da qui] Mi svegliai, ovviamente rincoglionito. Per qualche secondo pensai di essere troppo in ritardo per andare al lavoro, fino a quando - impastato tra le coperte - trovai il mio cellulare. Al tatto mancava il pennino, ma tenendone sempre uno di riserva...

Grigio

Grigio

«Ti ascolto». La luce del grigio sole diventava ancora più soffocante in quella stanza quando, ogni sera, l’astro cercava riposo nascondendosi tra le colline. Nel tentativo di rendere meno anonima la loro casa, in quel quarto piano di uno sconosciuto condominio,...