All'interno del mio Kindle, stipati in anonime cellette di silicio, sono contenuti centinaia di libri. Alcuni li ho letti, altri li dovrò leggere. Altri ancora so che – pur avendoli comprati – non li leggerò mai. Sul mio Kindle trovano spazio Autori diversi ed epoche lontane nel tempo. Elementi talmente eterogenei tra loro che, anche se volessi, non potrei mai "unire i puntini" per far apparire un disegno chiaro.
Poe, Bulgakov, Pennac, Houllebecq da una parte. Dall'altra autori che, sebbene con onestà, hanno proposto testi commerciali che mi hanno fatto sbottare fin dalla prima pagina.
Giordano, sì, parlo di lui.
Il claim pubblicitario del Kindle è che hai sempre con te una intera biblioteca. Trovo questa affermazione capziosa. La differenza non è – ovviamente – soltanto fisica ma "morale". La biblioteca per definizione è una entità sessile. Ancorata al terreno, inamovibile. Dalla biblioteca porto con me solo un libro. Dalla libreria di casa anche.
Ecco, quel libro. Può piacere, non piacere, essere un libro leggero oppure essere il libro con il quale vorrò essere seppellito. Ma è un libro. E intendo in senso numerico: un singolo libro.
Nel Kindle, invece, tutti questi frammenti sono lì, pronti per essere aperti. Nella mia libreria, quella fisica, ho qualcosa di David Icke (no, non perdete tempo a cercare chi sia). Ho perfino qualcosa della Fallaci/bis, cioè qualcosa che fu scritto dopo che si bevve il cervello. Non prenderei mai uno di questi libri, non ne toglierei mai la polvere per metterlo nello zaino e leggerlo, in spiaggia, dopo una corsa. O sull'aereo. O in pausa pranzo.
Mai.
Nel Kindle, invece, le parole che compongono "Il maestro e Margherita" condividono le stesse aree di memoria de "Il segreto del rifugio" (no, non perdete tempo nemmeno per questo) o di "La verità sul caso Harry Quebert" (Guzza, se mi leggi ti chiedo ancora scusa e ti ringrazio per non avermelo tirato in testa!)
Credo che la differenza sia proprio questa. Il Kindle è un po' come il subconscio.
I libri di merda sono lì, e ogni tanto – sbirciando la lista – dico tra me e me: "Beh, forse una rilettura…".
Guardandomi intorno con aria circospetta.
Cancellare un contenuto dal Kindle è questione di secondi. E non tiene il discorso "eh, lo hai comprato, ovvio che non lo cancelli". Eliminare un contenuto dal Kindle vuol dire, semplicemente, spostarlo di scaffale e metterlo dove non è facilmente visibile. Non vuol dire prendere il libro (che hai comprato) e bruciarlo. O regalarlo.
Eppure, nel mio Kindle, tutti i libri di merda che ho letto sono lì. Pronti per essere riletti.
E io lo so.