Faber, come fai a rimanere sempre tranquillo?
Tutti, mentre il mondo va a farsi benedire.
Rispondere a questa domanda è davvero semplice. Era il 19 febbraio del 2018. Mark the Hammer aveva appena pubblicato un video. Questo video:
In realtà non ricordo molto di quel video perché quel giorno avevo la febbre. Tanta febbre. Ero mezzo morto sul divano di casa mia. Un divano Ikea, scomodissimo, comprato con lo sconto a circa 250€.
Ricordo che il video mi parve assolutamente geniale ma non riuscì a guardarlo fino alla fine poiché mi addormentai più e più volte.
Play, il buio, rewind, play, il buio. E così via.
Del resto, lo sappiamo un po' tutti, un ragazzo con la febbre è un po' come un gatto in autostrada. Contromano. Su una Fiat Duna. Usata.
Mi sentivo davvero una merda.
Suonarono alla porta e, per un attimo pensai che chi era in procinto di varcare la porta di casa potesse, in qualche modo, riuscire a non farmi pensare a quanto fuoco sentivo nei polmoni. Mi preoccupavo perfino per lei, pensando che potessi in qualche modo contagiarla.
Entrò. Vidi una figura che, giuro, mi sembrò un'ombra. La vidi guardarmi con sufficienza e chiedere a chi era con me in casa, in quel momento, se avessi la febbre. Sì, avevo la febbre quel 19 febbraio 2018, e su quella Duna c'ero già salito da una settimana. Ricordo che si voltò verso di me, senza nemmeno toccarmi, e mi disse una cosa. La disse in modo freddo, con la cadenza di chi sta leggendo la lista degli ingredienti di un farmaco, mentre sta cagando nel cesso e non ha nulla di meglio sottomano.
"Sali sopra e mettiti a letto, così non sporchi il divano appena comprato".
Quel merdosissimo divano di 250€, comprato con lo sconto.
Risposi che sopra faceva freddo. Ed era vero, faceva freddo.
"Fai tu!"
Presi la mia coperta di Linus, i miei crampi ai polpacci e il fuoco nei miei polmoni e li portai, per ricomporli, sopra. In quel lettone ghiacciato. Anch'esso comprato all'Ikea. Senza sconto. Ricordo l'impatto con le coperte. Sembravano fatte di spilli.
Passai tutta la notte in preda al rimorso: avevo le allucinazioni e ritenevo che quel cazzo di divano, di merda, di 250€ lo avrei dovuto ricomprare perché magari vi era finito il mio sudore. Il viaggio con la Duna, quella notte, si trasformò in una esperienza degna del finale di 2001 Odissea nello spazio.
Il giorno dopo stavo ancora peggio. Qualcuno aprì alla Dottoressa. Sentì la sua mano così calda sulla mia fronte. Le allucinazioni non erano andate via. Ero convinto di essere in mezzo a una guerra. Non so perché ebbi quella particolare visione, forse perché la mia Collega di Merda, da poco mi aveva regalato uno zaino mimetico.
La dottoressa disse a chi era presente in quella stanza "portiamolo all'ospedale".
Tornai lucido dopo un po'. Ovviamente rifiutai. Ripiombai nella mia guerra.
Quella notte, passata ad arrostire in quel gelido letto, mi servì perché mi fece capire una cosa. Quello era e fu il punto più basso della mia intera vita. Qualsiasi cosa fosse accaduta dal 20 febbraio 2018 fino alla fine dei miei giorni non avrebbe mai potuto eguagliare quanto accaduto il giorno prima.
Mai.
E compresi una cosa: qualsiasi cosa, da quel giorno in avanti, mi fosse accaduta io avrei sempre trovato il modo di dormire nel letto di casa mia. Senza eccezione alcuna.
Faber, come fai a rimanere sempre tranquillo?
Perché so che questa notte, qualsiasi cosa accada, io dormirò nel letto di casa mia. O in quel merdosissimo divano comprato con lo sconto.
(No, non si è macchiato)
L'ansia
Tutto questo pippone, a cosa serve? È l'introduzione alla seconda parte del titolo: l'ansia.
Vi do una notizia, l'ansia nella sua forma più grave è una grave e disabilitante malattia psichica. Suona male, vero?
L'ansia è un disturbo che costringe migliaia di persone a vivere una vita che è molto simile al mio divano (di merda). Eppure questo stato personale sembra essere quasi mitizzato. Non che ci sia del male a parlare di problemi personali, ma vantarsi di avere dei problemi, beh!, è patologico.
L'ansia può diventare una patologia, cioè qualcosa di personalmente grave. Giusto? Eppure non ho ancora visto gruppi su Facebook "sono una ragazza tutta ansia e diarrea".
Non fa figo dichiarare di essere ansiosi, nemmeno se lo si è sul serio. Non fa figo nemmeno, a mio modesto avviso, mostrarsi troppo apprensivi per cose normalissime della vita. Perché se in quel modo si ottiene, per un attimo, il centro del palco e un po' di visibilità, è anche vero che si sale su quel palco non da attore ma da giullare.
"Oddio domani mi interroga". Capita, quando frequenti una scuola.
"Non voglio perdere la mia ragazza". Capita, quando scopre chi sia realmente "Mario Calcetto".
"Ho troppa ansia per il nuovo colloquio di lavoro". Capita, quando sei Di Maio.
Quindi, per concludere: fate come me. Trovatevi una coperta, un letto o qualsiasi altra cosa e pensate che la vita, per quanto possa fare schifo (a volte) vi ha già offerto un rifugio.
E un divano di merda dell'Ikea.
Che nonostante tutto è ancora nuovo.