Ciò che so l'ho imparato da Dawson's creek

by | Gen 19, 2021 | Ero io? | 0 comments

Nel 1998 ero troppo povero per avere la tv satellitare. Ma con un la tecnologia pirata del PIC16F84 la magia era fatta. Nel 1998 ero comunque troppo povero per costruire una scheda pirata con il chip PIC16F84 e ciò che vi sto per raccontare è il frutto di uno scambio incessante di vecchie VHS tra me e altri sventurati che registravano le serie TV e le passavano alla gleba. Beh, in fin dei conti, quello era un sistema che definirei un prototipo di Netflix ante-litteram.

"Alexa? Ricordami di fare causa a Netflix per violazione di brevetti!"

(Scrivo di Dawson's creek perché Netflix ha appena pubblicato le sei stagioni della storica trasmissione. Mi ritengo fortunato di averlo vissuto in prima persona. Domani, per lo stesso motivo, vi parlerò di SanPa)

Nel 1998, se la memoria non m'inganna, stavo con una ragazza. Solo che lei non lo sapeva benissimo. A volte non lo sapevo nemmeno io benissimo. Diciamo che stavamo assieme "a tratti". Ci vedevamo durante la ricreazione, quel momento metafisico dove anziché limonare di brutto passeggiavamo come due imbecilli. Mica potevano scoprirci?

Nel 1998 i miei processi mentali erano quelli che si trovavano a metà esatta tra un bradipo sotto effetto di anestetico e un frequentatore dell'Alcatraz di Milano. Ma su questo ci torniamo tra poco. Quell'altra ragazza, invece, aveva Stream e vedeva senza problemi una serie TV che ha segnato chi, come me, era nel bel mezzo delle superiori. Dawson's creek.

I miei pensieri, dicevo, erano annacquati da una indole, senza dubbio, priva di malizia. Trovavo assolutamente impensabile guardare con lei a casa sua, o a casa mia, la TV. Ci vedevamo, da estranei, soltanto quando gli amici in comune ci invitavano. Ci facevamo "gli squilli" sul telefono fisso ma, dopo qualche tempo, anche questa possibilità svanì. Ero talmente povero che non potevo permettermi un telefono fisso. No dai, non è vero, gli squilli sul fisso e sul cellulare erano la normalità.

Ho trovato, per i motivi di sopra, l'episodio pilota di Dawson's creek assolutamente correlabile alla mia, alla nostra, realtà. Quando Joey scopre di avere le tette comprende che non può più dormire con Dawson perché avrebbero limonato di brutto. Non come me!

In realtà, tutto questo pippone è solo il prologo di ciò che Dawson's creek ha rappresentato per me. E non sono cose necessariamente positive. Dawson's creek è stato il vero e il puro concetto di entropia che, per definizione, rappresenta lo stato più disordinato di un sistema. O almeno la sua misura.

Non esiste il bene, solo un veloce plateau

In Dawson's creek si condensa un concetto oggi abusato: mai una gioia.

In qualsiasi punto del complesso svolgimento dei fatti, i protagonisti assaporano soltanto la felicità che diventa effimera e sfuggente. Avete presente quella riccia che non vi risponde ai messaggi su messenger? Perché col cazzo che v'ha dato il numero, così de facto whatsapp è fuori uso! Ecco, quella è la sintesi del mood delle sei stagioni.

I protagonisti pensano di aver raggiunto la Siddharthiana concezione di felicità ma SBAM! Declino come se non ci fosse un domani.

Dawson bacia la biondissima e minuti dopo le schiatta il nonno. Ma prima Joey si era decisa a confessare a se stessa, e poi a Dawson, i propri sentimenti e… lo vede baciarsi con la biondissima. Pacey si scopre milfomane e viene pestato. E poi viene pestato di nuovo, e di nuovo ancora. Poi Pacey diventa cuoco affermato e … crolla. Brooker e … crolla. Il padre di Dawson muore per colpa di un gelato, e del latte.

Se il destino dei personaggi principali è la sofferenza c'è da dire che anche quelli secondari non se la passano benissimo. Abby trova quasi la via della redenzione e… muore annegata.

E mi fermo qui.

Le scelte

C'è un chiaro disegno dietro la scrittura degli episodi. Il mondo dei grandi è corrotto: triangoli amorosi, famiglie devastate dai tradimenti, incapacità di porre in essere qualsiasi tipo di relazione.

La corruzione genera l'abominio, come scrivevo tempo fa.

E i piccoli protagonisti sono risucchiati da questo vortice. Come possono sopravvivere ai loro genitori? Scegliendo.

Ma qui c'è un punto di divergenza dal "bene" intrinseco di una scelta. Le loro scelte sono spade di Damocle che tagliano la testa al concetto di bene del precedente paragrafo. E qui torno un attimo serio: da questo punto di vista la serie è "psicologicamente angosciante". Una singola scelta, fatta in totale buona fede, devasta la vita di altre persone. Tutte le scelte dei personaggi principali devastano gli altri personaggi.

Questo, in effetti, è ciò che costantemente avviene nella vita reale.

Perché, pensate che quando Dawson scopre che Joey l'ha data per la prima volta a Pacey sia andato tranquillamente a farsi una birra?

Nel 2000 stavo con un'altra ragazza, e avevo un po' di soldini da parte. E vedevamo Dawson's creek abbracciati comodi nelle rispettive casucce. Anche se i genitori di lei sapevano fossimo soltanto amici, ma questa è un'altra storia.

Ma anche in quel caso, l'oppressione delle scelte era qualcosa che saturava l'aria che respiravo. Proprio come per i personaggi c'erano da fare scelte. Università? Lavoro? Schede pirata nel mercato nero? E fu una tra queste scelte a farci rompere.

Ma non rimpiango nulla, le schede pirata valevano molti ai tempi.

Il finale

Ho trovato il finale meraviglioso. Per certi versi è un po' simile a quello di Lost. L'ho trovato davvero empatico, pur nella sua drammaticità. Ma anche in questo caso la TV non è realtà. La ragazza con la quale stavo nel 1998 non ho idea dove sia nel mondo. Mentre con quella del 2000 a stento ci salutiamo.

M'ha denunciato perché vendevo schede pirata.

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